Sono appena uscita dalla serata di aggiornamento per i sommelier AIS, organizzata dalla delegazione di Roma, dal nostro Marco Sanfilippo (Vice presidente Ais Lazio) meglio noto come “colui che ci fa bere bene”, come sempre all’Aroma Life style.                                                                        Un evento di rilievo per due motivi. Il primo è che da ottobre 2023, dopo 40 anni, la scheda con sui si sono formati migliaia di sommelier non è più la stessa, il secondo è che la delegazione di Roma ha da subito organizzato un aggiornamento per i soci. Molti infatti i sommelier presenti, alcuni dei quali anche di servizio, pronti a mettere in gioco tutte le loro certezze; una integrazione per poter tratteggiare al meglio i dettagli di qualità. Come ha detto il nostro relatore Paolo Tamagnin: “Omissis…pensavo che due libri non sarebbero mai cambiati, la bibbia e quello sulla degustazione Ais”..e invece..

Ma così come ciascuno di noi è cambiato in questi 40 anni, allo stesso modo sono cambiate, le generazioni di vignaioli, le tecniche di cantina, il clima. Tutto ha in qualche modo contribuito a quella naturale evoluzione che ha determinato nuove sperimentazioni, il recupero di vecchi uvaggi e l’introduzione di nuove tecniche. Insomma, il vino è cambiato e AIS si è messa al passo con i tempi, ma non è stata e non sarà una passeggiata. Da qui la necessità di cambiare, dopo ben quarant’anni, la formulazione della scheda.                   Ma che cosa è una scheda?                                                                                                Per i non addetti ai lavori dirò subito che dietro il piacere di gustare un buon bicchiere ci sono tutta una serie di parametri importanti che fanno la differenza. Esiste quindi una scheda con cui facciamo un’analisi del colore, olfattiva, gusto olfattiva e di qualità, (che parte dal 1 livello di corso), e una a punteggio (dal secondo);  grazie a queste schede prende vita, la guida Vitae alla quale prendono parte cito testualmente “centinaia di degustatori AIS che conoscono in profondità la propria regione e ogni singola produzione vitivinicola di qualità, dall’azienda più rappresentativa alla più piccola cantina del territorio.”

Nel dettaglio, per i più curiosi, dirò che sono state quattro ore degnamente sostenute dal relatore Paolo Tamagnini con 6 vini, 117 termini, nuovi aggettivi, nuovi avverbi e…. tanti saluti all'”abbastanza”.                                                                                                          Nuova scheda colorata, più dettagli sull’effervescenza, nuovi colori per i rosati (da 3 a 5) e una riduzione da 5 a 3 termini per molte aree di valutazione. Insomma, un mondo in cui cambia l’approccio, ma anche il livello, portando a ragionare in un’ottica di modello, categoria e tipicità. Questo è apprezzabile perché, d’altra parte, ogni volta che si incontra un produttore si vuole sapere che vino è, qual è il terreno, quale la tecnica di vinificazione, l’annata etc. perché questa è la carta d’identità per analizzare e valutare un vino.

Come poi a volte accade negli incontri di degustazione non sono mancati momenti di ilarità commentando insieme l’assegnazione corretta del termine “varietale”. E ancora di quell’altro termine” abbastanza” di cui sopra, sempre presente nella vecchia scheda, scudo ai tempi del corso, che sparisce. Rimane solo all’inizio della nuova scheda, per valutare la limpidezza; e qui ancora cito testualmente il buon Tamangnini “ per non mandare tutti i nostalgici dall’eno psicologo”. Basta spoiler! Occorre rimboccarsi le maniche, perché c’è da studiare e approfondire! Ci aspettano cene e degustazioni. Ehi, ma solo per lavoro, per metterci alla prova su questa nuova scheda!!

Antonella De Cesare