Sembra di vederlo Leone il cane protagonista del volume di Mario D’Alessandro “I Bastardi” pubblicato da Bookabook qualche tempo fa. Il libro, anche se non recente, è per i suoi contenuti ancora attuale e forse più di prima. Tuttavia, se è vero che il termine “bastardo” sta ad indicare una diversità, una sorta di non purezza, in senso dispregiativo, è altrettanto vero che questa difformità può anche essere indice di una varietà non sempre sgradevole, anzi a volte foriera di positive peculiarità. In questo volume, di “bastardi”, ne incontreremo diversi, perché oltre a quelli che, come Leone, per definizione lo sono, perché nati fuori del lignaggio di razza, ne troveremo altri che, pur appartenendo ad una stessa razza, quella umana, di umano non hanno proprio nulla. Leone, il protagonista della storia, che l’autore ha immaginato non di razza, ma fornito, forse anche per questo, di grande intelligenza e di un forte senso di indipendenza, sarà pretesto proprio per analizzare il rapporto tra l’uomo e quello che, per luogo comune, dovrebbe essere il suo migliore amico.  Leone permetterà al lettore di incontrare, attraverso le sue avventure altre diversità, soprattutto in questo atavico, ma spesso fuorviante rapporto di amicizia tra l’uomo e il cane e ancor di più tra l’uomo e l’intero mondo animale. È l’egoismo dell’uomo-padrone a venir fuori nel racconto con tutto il suo carico di infelicità. Una totale mancanza di rispetto per il creato e di tutto ciò di cui l’uomo stesso ha bisogno per vivere. Un paradosso, certo, ma allo stesso tempo una realtà che continua ad essere sotto i nostri occhi. Ed è così che la “favola” di Mario D’Alessandro permetterà al lettore di leggere nei pensieri di Leone e “giustificare” così quei mutamenti comportamentali dei cani che nella quotidianità possono non essere correttamente valutati. Un susseguirsi di atteggiamenti legati sì all’evento del momento, ma anche e soprattutto alla variegata umanità che Leone incontrerà nella sua folle corsa verso la libertà. Un percorso ad ostacoli che gli farà scoprire la bellezza dell’amicizia e dell’amore, ma anche l’esecrabile sentimento dell’odio. Una vita vissuta in un mondo animale contaminato da quello dell’uomo, parallelo, se non  a tratti sovrapposto. Una esistenza della quale, in tarda età, raccolti i cocci occorrerà farne un bilancio, proprio così come accade per gli umani, ma con l’amara consapevolezza di essere sempre e comunque un animale.

 

Carlo De Cesare