Wunderkammer napoletane Dal cinquecento al settecentoNapoli l’hanno raccontata in tanti. Pittori, cantanti, poeti, scrittori, registi.

Hanno fermato immagini e parole; hanno disegnato e rappresentato spaccati di una città e di una cultura, trasportando nel mondo la sua storia, la bellezza, le ferite, ma ancora mancava qualcosa.

Mancava “Wunderkammer napoletane” dal cinquecento al settecento, mancavano le “camere delle meraviglie”. Un lavoro sorprendente, che offre al lettore la possibilità di scoprire l’evoluzione urbanistica della città e non solo.

Sergio Attanasio, architetto, docente di Storia dell’Architettura e della città alla Federico II, presidente dell’associazione Palazzi di Napoli, ha realizzato tutto questo.

Con una ricerca bibliografica accuratissima, fra antiche guide, documenti di archivi pubblici e privati, atti testamentari, l’autore ha ridato vita e storia a tante dimore signorili napoletane, raccontando della loro realizzazione, dei successivi lavori di ammodernamento e di queste affascinanti quanto misteriose “camere delle meraviglie” custodi di collezioni d’arte e naturalistiche, un tempo motivo di prestigio ed orgoglio per i proprietari ed il cui accesso restava riservato alla sola ristretta cerchia di amici.

Un viaggio nel passato, che ridona nuova linfa vitale a piazze, vie e palazzi di Napoli.

Per ogni luogo, l’autore non si limita alla descrizione strutturale ed artistica, non si accontenta di raccontarne i tratti esclusivamente estetici; va oltre.

Entra nella vita dei proprietari, li accoglie e li presenta al lettore in quanto parte integrante ed attiva di una storia che non può e non deve rimanere chiusa fra quelle mura.

Ed ecco che un capitolo viene interamente dedicato a Ferrante Imperato, uno speziere e semplicista di Maiori nato nel 1523. Il Ferrante per 1400 ducati di carlini d’argento, acquisterà da un frate del Monastero di Santa Chiara, un piccolo appartamento proprio in via Santa Chiara ed anni dopo realizzerà una delle wunderkammer napoletane di maggiore ricchezza, un vero “museo”, lascito testamentario di grande valore e di cui avrà cura, alla sua morte, il figlio Francesco.

portoneLa documentazione arricchita da foto e dipinti consente al lettore di mantenere un contatto costante con la realtà e di poterla percepire in tutta la sua ricchezza.

Certo dopo la lettura di quest’opera sarà difficile passeggiare per le vie di Napoli, fermarsi dinanzi ad un antico portone, sentirne voci, riviverne i sogni e le speranze e non aver voglia di riaprire almeno una di quelle Camere delle Meraviglie”.

Renata Buonaiuto