«Io mi accompagno con la chitarra perché non copre mai la voce, come un’orchestra che invece può far perdere una parola. La chitarra è uno strumento classico. Nessuno ha mai pensato che la quinta e la quarta corda della chitarra sono vicinissime alla voce umana e favoriscono uno sposalizio tra voce e chitarra». 

Roberto Murolo

 

Roberto Murolo abitava al Vomero, in via Cimarosa 25, la parte alta della città, in un’abitazione di otto camere che dal 1930 ospitava il talento musicale del padre, il famoso compositore Ernesto Murolo, dal quale, il protagonista del libro Roberto Murolo “ Qui fu Napoli”  Armando De Nigris Editore, dell’autore Giovanni Paonessa, ha attinto la conoscenza musicale e la poetica. Negli anni in cui Murolo padre era al centro della scena musicale partenopea, nell’abitazione in via Cimarosa, si avvicendavano artisti quali Libero Bovio, i fratelli De Filippo, Raffaele Viviani, e il maestro Ernesto Tagliaferri dalla cui collaborazione nasceranno  brani del calibro de “Piscatore ‘e Pusilleco a Qui fu Napoli, ‘A canzone d’a felicità, Nun me scetà”.

Roberto Murolo, quindi, si forma in un clima di crescente estro nell’epoca d’oro della canzone partenopea, e in quel salotto casalingo poté costruire una sua personalità artistica in parte distante da quella del padre la cui presenza ingombrante, in giovane età, lo portò ad allontanarsi da quel mondo artistico per dedicarsi alla musica Jazz che gli permetterà di viaggiare in tutta Europa.

Tornato a Napoli nel 1946, incontra una città a stelle e strisce, ben lontana della propria identità e incantata da una musica che per tanto tempo era stata oggetto di divieto da parte del regime fascista.

In quel clima vorticoso al ritmo di settima e power chords, Roberto Murolo, da artista poliedrico quale era, comprende che era giunto il momento di proporre la sua idea di canzone napoletana, una sussurrata, pregna di esperienza musicale, colta.

Roberto Murolo, taglia, smussa, allenta, e regala al mondo intero una canzone napoletana intimistica e intensa.

Ed è proprio nell’abitazione in via Cimarosa 25 “’Ncoppo ‘o Capo ‘e Pusilleco addiruso”  come cita una sua famosa composizione,  che questo grande artista, poliedrico e altisonante, crea e compone il suo concetto di musica, intercettando, fino a tarda età, nuovi stili e generi che potessero elevare la canzone partenopea.

Un viaggio nel passato fa dell’abitazione dei Murolo, sita tra la Funicolare Centrale e Castel Sant’Elmo, un luogo dove la musica vive e si trasforma, e il volume dell’autore Giovanni Paonessa, vuole proprio porre l’accento su questo luogo, dove il grande artista non è mai veramente andato via.

Nel volume, infatti, verranno trattati i febbrili giorni che precedono l’inaugurazione della Casa Museo Murolo, dove un indaffarato Mario Coppeto –  presidente della Fondazione Roberto Murolo e fratello di Nando che fu produttore dell’artista –  incontrerà Roberto Murolo, nei momenti più inaspettati. Apparizioni che regaleranno al lettore attimi di ilarità e di consapevolezza.

Il volume fortemente voluto da MU – Casa Museo Murolo – contiene inoltre supporti digitali con immagini e musiche inedite, impreziosito dalla prefazione dello scrittore Maurizio De Giovanni e con il contributo speciale di Renzo Arbore ed Enzo Gragnaniello.

Anna Di Fresco