“DARE LA VITA” di Michela Murgia, l’eredità di un altro modello di maternità

Nel suo ultimo libro, Dare la vita (Rizzoli), Michela Murgia affronta una delle questioni più urgenti e controverse del nostro tempo: la possibilità di ridefinire il concetto di maternità al di là dei vincoli biologici. Pubblicato postumo, il volume si presenta come un pamphlet breve ma densissimo, in cui l’autrice sarda – scomparsa nell’agosto del 2023 – raccoglie le riflessioni maturate negli ultimi mesi di vita.

Alla base del libro, una domanda cruciale: è possibile essere madri o padri di figli che non si sono generati biologicamente, ma che si sono scelti, e da cui si è stati scelti? La risposta di Murgia è chiara: sì, è possibile. E non solo è possibile, ma è anche necessario riconoscerlo sul piano sociale e giuridico.

Il testo si muove lungo due direttrici principali. Da un lato, un racconto in prima persona dell’esperienza di “famiglia queer” costruita da Murgia: un modello di comunità affettiva che include figli d’anima, fratelli e sorelle elettivi, compagne e compagni di percorso. Dall’altro, una riflessione politica sulla gestazione per altre e sulle contraddizioni culturali che ancora oggi circondano le famiglie non conformi al paradigma eterosessuale e biologico.

Murgia sfida la nozione tradizionale di “naturalità” nella maternità, sottolineando come essa venga spesso usata per escludere e marginalizzare. Il suo discorso si inserisce in un dibattito più ampio che riguarda i diritti civili, la libertà di autodeterminazione e il riconoscimento delle nuove forme di legame che la società contemporanea già vive, ma che il diritto e la politica faticano ancora ad accettare.

La forza del libro sta nella sua capacità di coniugare il vissuto personale con l’analisi pubblica. Murgia scrive con lucidità, senza concessioni alla retorica. Ogni passaggio è costruito per sostenere una tesi: che dare la vita non significhi necessariamente partorire, ma generare relazioni durature, prendersi cura, assumersi una responsabilità scelta e non imposta.

Dare la vita si presenta così come un’eredità culturale e politica. Un invito, rivolto a tutti, a ripensare i concetti di maternità, famiglia e amore. A considerare che aprirsi all’altre non indebolisce i legami, ma li moltiplica. Un testo breve, ma destinato a lasciare un segno duraturo nel dibattito pubblico italiano.

Per chi ha amato il pensiero libero e radicale di Michela Murgia, questo libro rappresenta una tappa imprescindibile. Ma è anche una lettura necessaria per chi vuole comprendere il cambiamento profondo che sta attraversando il concetto di famiglia oggi. Un testo da leggere, discutere, portare nelle scuole, nelle case, nelle istituzioni. Perché parlare di maternità, oggi, significa parlare di libertà.

Mauro Galliano