È la caparbietà della donna, il sottile filo conduttore che accompagna il romanzo tra le righe del volume di Carmela Politi Cenere “Raccogliemmo more su per la collina “ per Homo Scrivens. Un racconto d’amore che non avrebbe avuto storia se non vi fosse stata la ferma volontà, da parte di lei, di non arrendersi
Angelina, infatti, questo il nome della fidanzata di Totonno, pur riconoscendo la diversa estrazione sociale del compagno non rinuncia alla sua storia d’amore nonostante
la disapprovazione degli altri.
Nomi non scelti a caso dall’autrice che, con maestria e padronanza della letteratura, nonché della Storia del nostro Paese, già dalle prime righe del volume fa comprendere al lettore l’atmosfera nella quale si svolgeranno i fatti, accompagnandolo piacevolmente sino all’epilogo del romanzo. Una bella storia d’amore che non si perde nella esteriorità della vita, ma che penetra nella concretezza delle singole esistenze donando una lettura della contemporaneità pur raccontando di un tempo passato. Totonno, dialettale di Antonio, è un ragazzo semplice, artigiano, pescatore, un uomo forte e gradevole che non sfugge all’attenzione di Angelina. Una ragazza intelligente, forte, combattiva, così come quelle donne meno note della Storia che silenziosamente l’hanno costruita.
Costanza, determinazione, speranza, ma anche amore e poesia; quella stessa che è la forza naturale della donna che non si arrende mai.
Sullo sfondo, ma non solo sullo sfondo, la collina di Posillipo della Napoli dei primi del novecento in un affresco dell’autrice reso ancor più vivo dalla descrizione dettagliata dei riti religiosi della festa, della vita quotidiana di quartiere, di credenze e tradizioni popolari pronte a sovvenire alle necessità del momento.
Immagini di un tempo trascorso rivissuto nel piacevole ricordo di una nonna, o ancor più di una generazione di nonne soffrenti, ma capaci di attendere la maturazione di un tempo: quello adatto alla mietitura.
Un amore contrastato incatenato da regole ipocritamente condivise.
Un amore che nelle corde dell’autrice trova il suo appagante sogno in un altrove diverso, lontano da casa, ma storicamente reale, agli albori della prima guerra mondiale.
Anna Di Fresco