Il nuovo lavoro di Antonio Spagnuolo è anche questa volta un crogiuolo di  emozioni che prendono forma attraverso la parola. Non si tratta tuttavia di componimenti poetici  dettati dal solo impulso emotivo, ma anche dalla concretezza della vita, sempre presente nella poesia di Spagnuolo, e che esprime  a volte la giusta preoccupazione per una umanità forse un po’ troppo “distratta” dagli eventi della storia. Una testimonianza di un  continuo percorso di ricerca, a dimostrazione, ove mai ve ne fosse bisogno,  che non si smette mai di crescere quando il cuore continua a battere non soltanto per gli impulsi generati da se stesso. Credo che “Ricami dalle frane” pubblicato da Oèdipus sia proprio questo,  la consapevolezza  che passato e presente debbano convivere con lo stesso battito cardiaco, anche quando la razionalità non lo consentirebbe; perché è solo la memoria dell’oggi che scandisce il tempo della nostra esistenza. Versi stupendi nei quali annega  il dolore della perdita, ma anche la certezza che nulla potrà mai distruggere l’Amore, quello vero, dalle profonde  radici ben radicate nell’animo umano, non contaminate dal male. Ecco che quindi il cadere, compagno ineluttabile della esistenza di ciascuno, precede solo di poco il rialzarsi, mentre spiritualità e fisicità si fondono.

Non meraviglia quindi che questa nuova creatura di Casa Spagnuolo,  abbia già ottenuto numerosi riscontri  tra cui il prestigioso Premio Emily Dickinson,  la cui consegna è prevista al Castel S. Elmo di Napoli  il giorno 8 giugno. Una gratificazione importante anche da parte di una città a volte disattenta.  Un altro riconoscimento da aggiungere ai tanti  che l’illustre medico-poeta ha al suo attivo. Ne è passato del tempo dal plauso di Umberto Saba del 1953 per il volume di esordio “Ore del tempo perduto”, e dal successo di “Assedio della poesia”, ma la ricerca della “parola” continua con il fervore di sempre e l’evoluzione della sua produzione letteraria ne è una testimonianza, oltre ad essere  un faro per chi vuol provare a navigare in questo mare.

BUONA LETTURA

CARLO DE CESARE