Parte dallo storico processo della Santa Inquisizione ad Agostino Tassi accusato di stupro della giovane Gentileschi, il romanzo “Artemisia e i colori delle stelle”di Raffaele Messina pubblicato da Colonnese Editore. Un dibattimento iniziato a Roma a marzo del 1612 dopo l’arresto del Tassi per la denunzia sporta dal padre Orazio, ben un anno dopo l’avvenuta deflorazione della figlia. Un “ritardo” che destò nella pubblica opinione un interesse morboso, oltre che sospetti sulla ragazza, sullo stesso genitore e su altri personaggi maschili, abituali frequentatori della bottega del pittore Gentileschi. É il mondo degli artisti del 600 quello che fa da sfondo, ma non solo da sfondo, all’ “Artemisia” di Raffaele Messina. Un bel romanzo nel quale l’autore alterna con accortezza realtà ed immaginazione, sino a farle fondere insieme senza soluzione di continuità, entrambe coabitanti di una fluida e accattivante scrittura. Ed è in questo modo che l’autore ripercorre un interessante periodo storico foriero di artisti e di opere d’arte realizzate nelle più importanti cattedrali, ma allo stesso tempo pervaso da interessi e gelosie, oltre che segnato da una forte disparità tra i sessi, ancora legati ai modelli rinascimentali. Va da se quindi che la resa di alcune “inquadrature” del romanzo non poteva non essere soggetta che ad adeguate descrizioni dell’evento narrato, dettagli necessari, anche se forti, per la collocazione e la comprensione storica dei fatti. Anche il lessico utilizzato dai personaggi , a tratti adattato per renderlo più comprensibile, fa parte della collocazione spazio temporale dell’intero lavoro, che vede comunque Napoli sullo sfondo del racconto. Una storia che non nasconde un importante lavoro di ricerca su piani diversi: letterario, storico e artistico e che si avvale quindi di una buona consultazione bibliografica. Un libro che in questo senso segue i precedenti “La bottega del Caravaggio” e “Masaniello Innamorato” sempre per Colonnese Editore; deliziosi tascabili che in qualche modo ne sono premessa, o se volete una promessa, di ciò che poi sarebbe arrivato sul nostro “scaffale”.
BUONA LETTURA
CARLO DE CESARE