Don Saverio cavalca la luna

Definire il volume “Don Saverio cavalca la luna” di Carmela Politi Cenere edito da Graus, la storia di una vocazione sacerdotale sarebbe riduttivo. Il romanzo della professoressa Carmela è ben altro.  Nel racconto nato nel primo lock-down imposto dalla pandemia del covid-19, traspare lo tsunami che ha sconvolto l’umanità e le riflessioni da esso imposte sulla nostra quotidianità, sulla scoperta della nostra vulnerabilità. Non solo per i puntuali riferimenti storici fatti dall’autrice, come l’indimenticabile preghiera per la fine della pandemia di Papa Francesco in una piazza vuota, o il lungo corteo militare con le bare delle vittime del virus, ma perché come accade per ogni calamità, per ogni evento straordinario, c’è sempre il cosiddetto rovescio della medaglia, ciò che per alcuni si traduce in una opportunità. Non parlo ovviamente dei benefici economici che purtroppo ci sono e sempre ci saranno, ma di quelli immateriali. È lo stesso Don Saverio ha darne una dimostrazione con la sua abnegazione per il prossimo, proprio durante la pandemia. Ma non è certo solo il percorso interiore del giovane protagonista della storia, che antepone l’abito sacerdotale agli agi della carriera notarile nell’affermato studio del padre, a dare connotazione al romanzo, bensì l’intero lavoro dell’autrice. Sono infatti diversi i temi affrontati con il pretesto del racconto: la solitudine, la solidarietà, la vecchiaia, la povertà e di quest’ultima la sua diffusione in una città dalle eterne bellezze e dalle tante contraddizioni. Anche l’isola d’ischia così come Napoli fa da sfondo al racconto: Lacco Ameno, la baia di San Montano, i decumani, San Gregorio Armeno. Luoghi dove ha posato e continua a posare lo sguardo del cuore dell’autrice. Non a caso il volume inizia con una commovente  dedica al suo indimenticabile marito. La donazione di sé è il fulcro dell’amore e al contempo del racconto della vita del protagonista e dei suoi comprimari, nonché della stessa presidentessa del premio Dickinson, che come tale né una testimonianza. Personaggi in parte frutto della fantasia, ma saldamente ancorati ad una realtà che partendo dagli anni 50 arriva sino ai giorni nostri. Come il parroco della chiesa di San Gennaro ad Antignano al vomero, Don Gennaro Errico, reale riferimento per tanti giovani vomeresi dell’epoca e anche guida spirituale del “nostro” Saverio. Un faro rassicurante nella notte. Una notte fatta di violenza, odio, rancore o peggio indifferenza dalla quale sembriamo non volerne venire più fuori. Ma in questo il volume della Politi Cenere, tra l’altro nella sua scorrevole lettura, è un grido di speranza, un monito per tutti a non lasciarsi sopraffare dalle paure. Il suo Don Saverio guarda la luna, la cavalca, sa che nulla è impossibile a Dio.

CARLO DE CESARE