Pulsa de nura

Non è certo la prima volta che Fiorella Franchini racconta  storie ambientate in particolari contesti storici, dove la magia dei luoghi e dei suoi personaggi è già di per se intrigante. Come i miti e le leggende che accompagnano da sempre il patrimonio archeologico dei Campi Flegrei. Anche in questo suo ultimo lavoro “Pulsa de nura” La maledizione di Berenice di Cilicia, pubblicato da Guida Editori, l’ambientazione storica è curata nei minimi dettagli, così come gli eventi sui quali la fantasia dell’autrice dipana la sua storia. Ed è così che l’eruzione del vesuvio dell’ottobre del 79 d.C., il terribile incendio a Roma, nonché la stessa morte  improvvisa dell’imperatore Tito, divengono eventi funesti  del suo regno, tali da far pensare ad una maledizione. E la circostanza storica dell’allontanamento della Regina Berenice di Cilicia ripudiata dal neo imperatore, forse per i suoi trascorsi divenuti ingombranti, si trasforma in oggetto di desiderio di vendetta sfociato poi nella richiesta ai rabbini di Neapolis della particolare maledizione ebraica; quella che pronunciata nei confronti del maledetto ne procura la morte entro l’anno: la pulsa de nura. L’autrice ripercorre così quegli eventi tra storia e fantasia ispirandosi anche al patrimonio archeologico campano e ai suoi recenti rinvenimenti di Ercolano. Un lungo lavoro di ricerca, prima che di fantasia, che ha permesso all’autrice di far muovere i suoi personaggi su territori ben ancorati alle realtà storiche del tempo, così anche da poter immaginare insoliti scenari, vedi l’eruzione vista da Napoli e Miseno. Ma come è nello stile della Franchini la sua scrittura si immerge nella magia dei luoghi che fanno da sfondo e cornice ai suoi lavori, portando con se i valori indelebili dell’esistenza di ciascuno  dei suoi personaggi.

 

CARLO DE CESARE