È questo il titolo del dossier presentato alla commissione presieduta dal Prof. Stefano Baia Curioni e con il quale Procida ha ottenuto la nomina a Capitale Italiana della Cultura 2022 subentrando alla città di Parma, che a causa della pandemia continuerà a mantenere il titolo ancora un altro anno.

Un aforisma che oltre a dare il titolo al dossier è in questo particolare momento storico un invito a guardare al futuro con maggiore ottimismo.

Con la proclamazione avvenuta dal Ministro Dario Franceschini, lo stesso che ideò il riconoscimento nel 2014, Procida, primo piccolo borgo italiano in carica, si appresta a mettere in pratica Il piano di lavoro presentato, giudicato di eccellente livello dalla giuria, e per il quale riceverà, come previsto, un milione di euro.

44 i progetti culturali previsti dal dossier con 330 giorni di programmazione, 240 artisti e 40 opere originali, oltre alla prevista rigenerazione urbana di alcune strutture del territorio, dal carcere borbonico di Palazzo d’Avalos alla chiesa di San Giacomo.

Dieci le città finaliste con le quali procida ha dovuto confrontarsi: Ancona, Bari, Cerveteri (Roma), L’Aquila, Pieve di Soligo (Treviso), Taranto, Trapani, Verbania, Volterra (Pisa) non certo per bellezza o ricchezza di storia ma per capacità di progetto.

Un progetto che al di là di avere ottenuto largo consenso dalla giuria è un augurio per tutte le altre comunità affinché la cultura possa non essere sempre legata ad interventi straordinari, ma che possa far parte della nostra vita ordinaria, della nostra quotidianità.

Carlo De Cesare