Se vi proponessi di fare un tuffo nel passato in quel cinema in bianco e nero che appare ai nostri occhi sfocato, anacronistico, e perché no, di incontrare un attore, uno dal volto gentile, caratterista di professione nonché valore aggiunto per il cinema italiano accettereste?
Bene, per raccogliere la sfida non dovrete fare altro che leggere il lavoro della scrittrice Francesca Crisci “Giacomo Furia. Vita e carriera di un attore caratterista” – edita da Graus edizioni. Una monografia sulla vita e le opere di Giacomo Furia un attore dalle grandi doti, ben connesso con l’epoca d’oro del cinema italiano e soprattutto… con quelle radici partenopee grazie alle quali possiamo incontrarci nel mondo senza perderci mai.
Siamo volti che si confondono con l’universo e il cinema leggero reso formidabile da attori del suo calibro non può che essere il canovaccio di una vita che si rinnova, pur rimanendo sempre la stessa.
Grazie a lui, attore scoperto per caso da Augusto Carloni figlio di Titina De Filippo, quell’Italia che fu, con la semplicità che rende meno complicati i fatti della vita, ha assunto un connotato storico.
Lineamenti che si accostano nell’angolo remoto di ciò che non ha fazione, che esistono per rendere il giorno migliore, regalando ad esso quei sorrisi persi nei meandri della frenetica quotidianità.
Che dire dell’intontito e affamato Cardone del film “la banda degli onesti,” di Mastrocinque, ruolo interpretato da Furia in qualità di coprotagonista, e del malinconico Rosario, il marito tradito dalla giunonica Loren in “L’oro di Napoli” di De Sica. Interpretazioni magistrali nelle quali Giacomo Furia dimostra una eccellente fluidità scenica, tipica dei grandi del cinema italiano. Un artista che avrebbe potuto dare molto di più di ciò che ha donato al suo pubblico, se solo gli fosse stata data l’opportunità.
Anna Di Fresco