Per il secondo anno consecutivo Il Mercato dei vini dei vignaioli indipendenti FIVI è tornato a Bologna Fiere dal 23 al 25 novembre, in occasione della sua 13°esima edizione, confermando il successo di pubblico con circa 28.000 ingressi, 2000 in più dello scorso anno, tra appassionati e addetti ai lavori.

Una location che, nei suoi 375.000 mq e 18 padiglioni espositivi, ospita circa 30 manifestazioni l’anno con un casello autostradale dedicato, Bologna Fiera, appunto, che permette di entrare nel complesso fieristico direttamente dalla rete autostradale.

Dedicati al mercato, 4 padiglioni , 2 food, 2 wine, con 1008 vignaioli e  32 aziende iscritte alla FIOI – Federazione Italiana Olivicoltori Indipendenti.

La FIVI organizza da 13 anni questo appuntamento in cui persone, addetti ai lavori   commerciali o stampa, si incontrano direttamente,  senza intermediari, così come ha spiegato Lorenzo Cesconi presidente della FIVI e, ovviamente, vignaiolo:

« Il nostro obiettivo è che il Mercato dei Vini rappresenti un piacevole luogo di incontro tra produttori, che possono confrontarsi e condividere conoscenze ed esperienze, e tra produttori e consumatori, senza mediazioni. È come se nei padiglioni di BolognaFiere trasferissimo, per qualche giorno, le nostre cantine; lo spirito con cui accogliamo il pubblico è lo stesso».

Ad oggi la Federazione conta più di 1.800 soci, quasi tutti presenti al mercato, e dal 2008 tutela il mestiere del Vignaiolo, rappresentandolo di fronte alle istituzioni e promuovendone la specificità.

 “Il Vignaiolo Indipendente” come viene definito dalla FIVI stessa “coltiva le sue vigne, vinifica la sua uva, imbottiglia il suo vino e cura personalmente la vendita dello stesso, sotto la propria responsabilità, con il suo nome e la sua etichetta. Impegnati quotidianamente in un processo che segue tutta la filiera di produzione, i Vignaioli operano costantemente per custodire, tutelare e promuovere il territorio di appartenenza.”

Ed è proprio questo che è stato possibile apprezzare. Molti vignaioli, infatti, hanno personalizzato lo stand con slogan divertenti, slogan o disegni per raccontare il loro territorio e attirare l’attenzione; come ad esempio: “Anche a Ferrara si fa il vino

Tanti i giovani partecipanti, a volte molto preparati; probabili futuri esperti del settore.

Agevole passeggiare tra le larghe corsie dei padiglioni, senza grandi file, anche per mangiare. Una ottima organizzazione da tanti punti di vista. Arrivare è semplicissimo con la navetta gratuita collegata ad un autobus diretto alla stazione e uno diretto al centro della città.

 All’interno c’è tutto: guardaroba, bicchieri con portacalice, una mappa enorme con il dettaglio per regione di tutte le cantine e dulcis in fundo, trattandosi di un mercato effettivamente, non sono mancati carrelli e trolley a pagamento con cauzione. Tutti infatti ne hanno profittato riempiendoli con casse e casse di vini, disponibili per l’occasione a prezzi un po’ più bassi, un buon motivo per fare provvista.

Certo, se si vuole acquistare alcuni vini in particolare bisogna studiare la lista dei vignaioli presenti in anticipo e raggiungerli allo stand, perché le corsie li ospitano in ordine sparso, interessante/promozionale/genuina scelta degli organizzatori per creare un continuo effetto sorpresa. Difatti i più intraprendenti fermavano i curiosi a zonzo nei momenti di ispirazione o di pausa.

Divertente trovarsi con gli amici o raggiungere le cantine da loro consigliate, dichiarando nei whatsapp padiglione, corsia e numero dello stand (30A10- 29B2), come fosse la battaglia navale, incrementando così anche il contapassi.

Troppi i vignaioli per poter degustare tutto, ne citiamo giusto qualcuno…

Tenute Cavalier Pepe con una selezione di Taurasi, quasi da verticale di Taurasi. Dal Santo Stefano, Irpinia Campi Taurasini DOC, poi stesso vitigno, l’Opera Mia, Taurasi DOCG 2017  per poi passare a La Loggia del Cavaliere Taurasi Riserva DOCG 2015 e 2016, di grande eleganza, freschezza e quindi longevità. 

Valle del Sole di Offida (AP) ha portato l’annata 2019 dell’Offida Rosso DOCG., un dru dell’azienda che non si produce tutti gli anni, complesso, equilibrato , mediterraneo e di grande bevibilità;

Terracruda di Fratterosa (PU) con la linea “Uvaggi reliquia”, il recupero di vitigni autoctoni del tutto scomparsi. Due bianchi Marche IGT Bianco, “Innominata” con la garofanata, con Incrocio Bruni 54 con l’incrocio bruni;

La Chimera, azienda della Val di Susa che ha salvato due vitigni autoctoni della l’Avanà, proposta in metodo classico Pas Dosè, e Becuet, in blend con la Barbera nel Bau;

I giovanissimi ragazzi dell’azienda Ventiventi di Medolla (MO) che valorizzano la loro terra spumantizzandola e proponendo il Lambrusco in varie versioni;

Famiglia Fabiani a Grosseto con tre vini naturali, di cui una DOCG Montecucco dal nome Giano, 2018,  con uve Sangiovese.

E ancora… nuove annate, vitigni recuperati e soprattutto tante tante storie che si potrebbero raccontare, ma che  purtroppo non stanno in poche battute.

Comunque una grande  fiera dove poter assaggiare tantissime tipologie di vino, di cantine più o meno note, più o meno giovani, ma tutte con il marchio dei vignaioli indipendenti, quello che  raffigura “Ampelio” “un Vignaiolo che porta una cesta d’uva sulle spalle e la cui ombra prende la forma di una bottiglia. In questa figura è riassunto tutto quello che per noi significa essere Vignaioli.”

Antonella De Cesare