È l’amore con la “A” maiuscola il vero motore del volume di Carmela Politi Cenere “Ti regalai ali per volare” pubblicato da Homo Scrivens. Quell’amore che trasforma la nostra quotidiana inquietudine in fiduciosa certezza. Un incontro tra il chiaro limpido azzurro del cielo e lo sguardo di chi, oggi, ancora meravigliato come un bambino, continua a guardarlo.

Eh, sì, perché per vedere il volo dei gabbiani da un oblò di una imbarcazione in mare aperto, non basta solo guardarli, ma continuare a provare meraviglia, per poter riconoscere in quel volo il messaggio di libertà di cui abbiamo bisogno. È quello che è accaduto all’autrice, che fin dalla giovinezza è stata attratta dal candore del bianco mantello di quei volatili. Un messaggio che ha provato a trasformare in un romanzo, profondamente convinta, come lo è nella quotidianità, che nulla possiamo fare da soli.

 I protagonisti del volume sono giovani creature, ancora poco esperte della vita, ancora immature, ma esuberanti.

Dall’alto di un cielo azzurro un giovane maschio di gabbiano esegue in volo esibizioni di corteggiamento nei confronti di una bella gabbianella. Sotto di loro, su una lunga distesa di sabbia lambita dal mare, un ragazzo e una ragazza provano a lasciarsi alle spalle il passato, in previsione di un sereno e felice futuro insieme. Una sapiente narrazione su piani paralleli, dove la concretezza della vita e l’amore uniscono due storie apparentemente distanti. Una favola se volete, ma ben ancorata ad una realtà comune a tante coppie, e in  questo, i disturbi della personalità di cui sono affetti i protagonisti del romanzo,  ne sono una testimonianza. Narcisista lei, borderline lui, due giovani che proveranno a costruire un rapporto fondato sul reciproco sostegno. Sullo sfondo del racconto la storia collettiva dei luoghi visitati fa da cornice alla narrazione, così come è nello stile della scrittrice campana.

Il romanzo è occasione per affrontare, oltre alle problematiche specifiche dei protagonisti, il malessere generale che accompagna la nostra odierna società. Un malessere che inevitabilmente ricade sulle giovani generazioni e che, come un cane che si morde la coda, ne soffoca l’esuberanza. Ma l’autrice pur essendo ben consapevole di ciò non smette, come in altri suoi lavori, di trasmettere la positività della buona novella, che anche nella sua espressione laica, è sempre presente nelle sue narrazioni.

Non è un caso, infatti, che in questo lavoro siano presenti argomenti forti, come maghi, fatture e quant’altro; argomenti dai contenuti certamente opinabili, ma che sono purtroppo specchio della nostra società attuale.

 Ecco, quindi, che il parallelismo dei piani della narrazione della Politi Cenere, accorcia le distanze, trova punti di intersezione, incontra e si scontra con una realtà a tratti dolorosa, ma sempre pronta a rimettersi in gioco in onore del Creato, senza il quale nulla avrebbe senso.

Ma se è vero che il motore della Vita è l’Amore, e altrettanto vero che l’amore, come è ben espresso dall’autrice nel romanzo, non piove dall’alto, ma è un tirocinio. Un percorso ad ostacoli dove il dono di sé è l’unico modo per poterli superare, per questo…” Ti regali ali per volare”.

Carlo De Cesare