Quando una penna incontra un foglio bianco può essere attraversata da innumerevoli sensazioni: gioia, tenerezza, speranza, ma anche dolore, rabbia, disperazione.

Gino Cecchettin, titolare di un’azienda di elettronica non avrebbe mai pensato di doverlo fare, di dover impugnare quella penna per fermare il tempo e non farsi travolgere da esso. La vita infatti spesso stravolge le nostre esistenze i nostri progetti e quel foglio inizialmente bianco, si presenta come una possibilità per tracciare e dipingere una strada, una esistenza diversa.

Una strada ricca di ricordi, di sorrisi sospesi di un tempo già trascorso, ma allo stesso tempo, anche di progetti per il proprio futuro e per quello dei figli.

“E’ triste dirlo, ma la vita continua imperterrita e bisogna cercare di essere felici nonostante quello che è accaduto a me. Giulia la avrò per sempre nel cuore, ma ho altri due figli e a loro devo garantire un futuro di serenità e successo. Ringrazio coloro che sono con me”. 

 Nasce così “Cara Giulia. Quello che ho imparato da mia figlia”, edito da Rizzoli e scritto a quattro mani con Marco Franzoso.

L’efferato omicidio di Giulia, ad opera di Filippo Turetta, è entrato violentemente nelle nostre case, nelle nostre vite. L’ennesimo femminicidio, ad opera di un giovane che non accettava la fine della loro storia. I soliti campanelli d’allarme non ascoltati, non compresi.

Ed ecco che “Fare rumore” diventa una necessità, un’arma contro tutte le forme di violenza di genere.

Gino Cecchettin, scrive una lettera a Giulia, quella figlia meravigliosa che colleziona scatole e sorride nonostante i dolori abbiano già attraversato e ferito la sua giovane vita. Ha perso la mamma, ma proprio da lei ha imparato ad andare avanti, a stringere i denti, ad amare, perché l’amore supera la morte.

Il suo papà, questo lo sa bene ed è proprio attraverso la dolcezza di Giulia, che oggi trova la forza e la speranza per trasformare il dolore in un sentiero d’amore.

Le sue parole, il suo racconto diventano un grido alle istituzioni, alle famiglie perché nessuno resti più in silenzio, perché nessuno volga lo sguardo altrove. “

“Sei la mia Giulia e sarai per sempre la mia Giulia.”

“Piangere una figlia è qualcosa di terribile, io non l’avrei mai immaginato, ma non smetterò mai di dire ‘abbiate speranza’ come la sto avendo io che sfrutto il dolore per avere più forza.”

In questa “lettera”, scopriremo tante cose di Giulia, della sua famiglia, dell’energia che si respirava anche nella routine quotidiana.

L’11 Novembre 2023, la sua vita è stata spezzata.

Un anno dopo le parole del papà hanno colorato quel foglio bianco, hanno fatto “Rumore”, perché queste tragedie non accadano mai più.

Vola Giulia, noi continueremo a sorridere con te e per te!

Renata Buonaiuto