14 marzo 2020 – Il tempo fermo delle giornate lente. Oggi è dura! Sarà il tempo incerto, l’incertezza dei tempi, ma non ne posso più di questo senso di attesa che succeda qualcosa, di questo stato di apnea che riduce tutto a un terminare la giornata e  aspettare che ritorni l’alba!
Sono preoccupata, forse senza ragione, vorrei avere le mie figlie qui, ma sono lontane.
Una mi racconta dell’ambulanza che è appena arrivata di fronte casa sua, dei medici vestiti come marziani, dell’angoscia di sapere che qualcuno ha iniziato la sua lotta.
Nella mia mente si aprono scene apocalittiche, immagino il virus lì, come entità fisica, a ghermire la mia bambina!
Mi do della pazza, cerco di essere razionale, non ci riesco!
Provo a concentrarmi sulle pagine di un libro, niente, non ci riesco! Sono angosciata!
Quando capitava prima, mi vestivo e andavo a fare lunghe passeggiate, cuffie nelle orecchie, il mio audiolibro a stordirmi e nemmeno questo è concesso.
Non so pregare, forse mi aiuterebbe, ha detto mia figlia, non so pregare!

27 marzo 2020 – Il vuoto di un fine settimana che era carico di promesse. Invece, come sempre, sgomento, attesa e poi gli appuntamenti ormai fissi: il vicino di casa che alle 18 canta per qualche minuto e poi le luci accese alle 21.
Storie inutili e ora quasi necessarie per dare delle scadenze, degli orari cui tendere nel vuoto di giorni tutti uguali.
#passerà #celafaremo, gli hastag che si rincorrono sul web più per darsi speranza che altro.
Poi la “mazzata” finale, il virus che arriva a un passo da casa, terra della mia infanzia dove ho parenti, amici, persone che non vedo da tempo, ma che sono parte del mio cuore e la paura si riappropria della mia anima.

30 marzo 2020 – E’ appena iniziata la quarta settimana di quarantena, sembrava impossibile e invece siamo qui con un unico pensiero, proiettati verso la libertà che sembra ancora lontana.
Alla rabbia temo si stia lentamente sostituendo la rassegnazione e questo mi fa paura, non voglio abituarmi alla solitudine, non voglio abituarmi a rinunciare alla mia vita, voglio essere ancora arrabbiata!
Quando tutto sarà finito mi ricorderò di questo tempo fermo e in attesa in cui non ho mai provato la noia del vuoto, ma solo l’ansia del domani.
Quando tutto sarà finito, non rimpiangerò questi giorni fatti di attesa, di paura, di dolore anche se, probabilmente, saremo in un mondo in cui ci si sarà abituati alla solitudine per la paura dell’altro.

15 aprile 2020 – Perché continuare a vivere così? è stata la riflessione di una mia amica!
Che significato ha una vita in cui l’unico interesse sarà sapere cosa mangiare per pranzo o per cena?
Io voglio vivere comunque – ho pensato – ho tante cose belle da inseguire, ho le mie figlie che si distinguono per impegno e poi come ogni momento di crisi ci sarà un nuovo Rinascimento, forse noi non lo vedremo, ma tocca a noi raccontare ai più giovani quello che è stato, che avrebbe potuto essere e che sarà se riescono ad uscire fuori dalle paure e dagli egoismi.
Siamo testimoni di un tempo di mezzo… pazzesca questa cosa, mi tremano le vene!

4 maggio 2020 – Da oggi parziale ritorno alla normalità e non siamo più abituati, approfitto dell’apertura delle librerie per dare appuntamento a qualche amica storica.
Ci vediamo in fila davanti alla vetrina in attesa del turno e intanto chiacchieriamo, ci emozioniamo, tutte pensiamo che stiamo eludendo chissà quale norma astrusa e un po’ ci sentiamo in colpa! Ci vorrà ancora molto tempo perché il futuro sia simile al nostro passato recente, in cielo però splende un sole quasi estivo, sento di avere più coraggio!