Dal TGR Campania del 19 aprile 2006 ore 14:00.
Un romanzo testimonianza sulla vita nell'ospedale psichiatrico di Nocera Inferiore.

Quando ho avuto tra le mani il volume di Valeria, confesso di non aver fatto caso al cognome Alinovi. Ho saputo solo dopo dall’amico, nonché collega, Salvatore Palermo, direttore di produzione, che Valeria era la figlia del politico Abdon Alinovi. Valeria, tra l’altro, aveva anche lavorato diversi anni prima in Rai come programmista regista alla famosa trasmissione di Rai 2 “Patatrac”, e forse chissà quante volte ci eravamo incrociati nei corridoi, ma francamente non la ricordavo per nulla. Salvatore invece che la conosceva, aveva letto il suo volume e ne era entusiasta, ma non voleva condizionarmi, desiderava che prima di tutto lo leggessi. E così fu. Ricordo che rimasi molto colpito non tanto dal racconto, storie comuni a tante realtà di degenza ospedaliera in strutture psichiatriche, ma dalla dovizia di particolari, e soprattutto dalla delicatezza con la quale venivano esposti. Non perché edulcorati, non avrebbe avuto senso, ma perché privi di quella gratuita crudezza che nulla ha a che fare con la testimonianza. Mi dovevo trovare quindi di fronte ad una persona sicuramente competente, oltre che di grande sensibilità. Inutile dire che, quando conobbi Valeria le mie previsioni furono confermate, ma forse ancor di più. Mi toccò di darle coraggio per la registrazione, cosa comune in queste situazioni, ma per Valeria era anche segno di umiltà, una prerogativa in genere di chi è già in crescita. Per Valeria era proprio così e i fatti lo hanno poi confermato.

Carlo De Cesare

Il commento di Valeria Alinovi a quasi 18 anni di distanza.