Mercoledì 6 marzo 2024, una data che rimarrà impressa nella mente e nel cuore di Luca Perone, autore del volume “Era mio nonno”. Un omaggio a nonno Saverio classe 1920, un fante del 93° Reggimento Fanteria Divisone Messina, mandato come tanti altri a difendere la Patria nell’ostile terra montenegrina.

Ore 9: L’udienza Papale del mercoledì ha inizio, Luca da tempo sul palco di una gremita Piazza San Pietro attende di poter incontrare Papa Francesco e fargli dono di una copia del suo volume. Con lui e per lui seduti in piazza parenti, amici, colleghi di lavoro provenienti dalla Valle Caudina, da Monte di Procida, dalla Masterbook. Ottanta gli accreditati, così come gli anni trascorsi dal rientro a casa dai Balcani nel 1943 di nonno Saverio alla pubblicazione del volume che ne raccoglie la storia, per non dimenticare.

Ancora incredulo, emozionato, segue in silenzio l’udienza. Ci siamo anche noi sul palco accanto a lui, inevitabilmente contagiati dal suo entusiasmo. Ma non è solo un libro, per quanto importante possa essere, da portare in dono al Santo Padre. È la testimonianza del male della guerra, e del miracolo della Misericordia Divina che, nonostante tutto, continua ad accompagnare ogni giorno le nostre esistenze. Un tema caro al Santo Padre che anche in questa occasione, poco prima della benedizione, nonostante la flebile voce per i postumi influenzali, lo ricorda attraverso una preghiera per i tanti popoli oggi ancora in guerra.

Finalmente arriva il momento tanto atteso, Luca si avvicina, si inginocchia, bacia la mano, inizia a parlare sottovoce, ma viene invitato dal Papa con un sorriso e un cenno a parlare più forte. Un gesto cordiale che  mette subito a suo agio Luca, smorzando l’inevitabile tensione, così che il breve discorso, tante volte ripetuto nella mente, lascia il posto alla voce del cuore che, come si sa, arriva sempre dove vuole.

Pochi minuti, ma quanto basta per sentire la gioia di un incontro che rimarrà per sempre nel cuore, quasi a suggellare quella stessa gioia che nonno Saverio provò rientrando a casa dalla guerra e riabbracciando i suoi cari.

Un prodigioso rientro, sottratto ad una imboscata tedesca, grazie alle indicazioni stradali fornite, ma non ritenute valide da tutti i commilitoni, da un prete di passaggio, tal Francesco Forgione venerato oggi come San Pio da Pietrelcina  Una deviazione che logisticamente si rivelò un errore, ma che consentì, a quell’inconsapevole gruppetto di soldati, di aver salva la vita.

Luca torna al suo posto, frastornato, ma felice. Felice come chi sa di aver compiuto una missione importante, perché con lui sul sagrato non c’era solo nonno Saverio, ma tutti quei soldati ai quali la follia della guerra non ha permesso di ricongiungersi ai familiari e che, tra le righe del diario di quel fante, chiedono di non essere dimenticati.

Carlo De Cesare