Pagine gialle

-Ancora! Ancora !!                                                                                                             Mi sembra di sentirlo rimuginare tra se Lello Marangio in giro tra gli scaffali della libreria del suo  quartiere in cerca di un volume da leggere, sopraffatto dall’enorme quantità di commissari pronti a scendere dalla mensola per raccontare la loro storia.                                                                                             –Ancora !!! Ma vuoi vedere che sono solo io a non avere nemmeno un appuntato nei miei volumi??                                                                                         –No! Non è possibile!!    

        Con la complicità dell’editore di “Homo Scrivens”  Aldo Putignano, e quella… in queste cose non manca mai, Marangio si è messo a lavoro e di commissari ne ha creati ben sette e li ha messi tutti insieme in un solo volume: “Pagine gialle”. Come dire:  o le cose si fanno bene, oppure è meglio desistere;  e se poi nella quarta di copertina  Maurizio De Giovanni , che di gialli se ne intende, teme la dissacrazione del crimine letterario e lancia un appello a non leggere il volume per non rischiare di sbellicarsi dalle risate, allora vuol dire che Marangio ha fatto nuovamente centro e che Putignano se la ride sotto i baffi che non ha.                                                 Al di là di tutto devo confessarvi che di commissari nei tanti anni di lavoro alla Rai, ed ora nel mio web magazine, ne ho incontrati tanti, ma davvero tanti, molti dei quali sono rimasti intrappolati negli armadi e qualcuno è ancora lì, come ….gli scheletri.

Ma i commissari di Marangio però sono un’altra cosa, ti lasciano decisamente senza parole, maldestri e sprovveduti ma pronti a risolvere, a modo loro, dei veri casi investigativi che non hanno nulla da invidiare a quelli dei gialli classici. Ma non preoccupatevi  Marangio non ha cambiato genere.                                                 Tanto per cominciare i commissari sono sette ma i racconti sono nove, e se i conti non tornano lo si deve a Fabozzi,  il commissario più imbranato di tutti, al quale lo stesso Marangio, preso dalla compassione, non ha resistito a dargli qualche occasione in più per rifarsi dai suoi 16 trasferimenti in 15 anni.  Ma a nulla è servito, neanche il tentativo dell’autore di fargli fare bella figura all’inizio di ogni suo nuovo insediamento. E se è vero che questi sette commissari sarebbe preferibile non incontrali mai in un reale distretto di polizia è altrettanto vero che gli ispettori e vice al seguito non sono assolutamente da meno. Come da manuale ogni comico deve avere la sua “spalla” (e questo Marangio in qualità di autore testi per il teatro e la televisione lo sa bene) e quindi ai sette commissari non manca proprio nulla per tenerci alla larga dai loro distretti, e dal volume, che come un giallo che si rispetti non va assolutamente letto la sera prima di addormentarsi con il partner, per non rischiare di continuare a ridere nel sonno e al mattino non ritrovare più, ovviamente, il libro sul comodino. 

Buona lettura

 

 

CARLO DE CESARE