Intervista al Prof. Guido D’Agostino

Non è un luogo turistico da visitare,  almeno per quanto  tratteremo  in questo articolo, ma uno spazio virtuale dove il trascorrere del tempo non è fine a se stesso, ma trova nella memoria dell’umanità il suo significato. Un concetto caro allo storico Guido D’Agostino che è tra i fondatori di una nuova casa editrice napoletana, appunto “La valle del tempo”. Ed è a lui che ci rivolgiamo per saperne qualcosa di più.

Professore D’Agostino nella pagina del  “Chi siamo” del sito web della casa editrice si legge  “…la spinta all’iniziativa editoriale è partita, sia dalla consapevolezza di una condizione socioculturale svantaggiata sia dalla consapevolezza di un ritardo. A cosa fate riferimento e in che modo pensate di dare il vostro contributo.

Ci è capitato di frequente ragionando sul “che fare” in termini politico-culturali rilevare sulle condizioni ‘dispari’ in cui vive il Mezzogiorno e con esso Napoli che pure ne resta il cardine e il fattore di spicco della realtà meridionale. Di qui l’idea della casa editrice, uno strumento tutto nostro del quale disporre come testimone e megafono della più generale volontà di esserci e di contare, con i nostri valori e le nostre idee. Abbiamo atteso anche troppo per fare un passo che 50-60 anni fa sembrava a mio padre, grande tipografo, possibile, auspicabile, urgente

 Al momento sono 9 i titoli presenti nella home page del sito, ma 12 le collane previste, alcune delle quali ovviamente ancora senza pubblicazioni. Questo fa pensare, al di là delle annunciate macroaree: il Tempo, lo Spazio, l’Humanitas, a tematiche già stabilite. In parte è così?

C’è un sotto-titolo, una seconda denominazione della Valle del Tempo, ed è la “Rete dei Saperi”. Ci siamo proposti di muoverci fra spazi, cioè luoghi, dimensioni temporali; umanità, come essenza e sostanza del soggetto. Con tali premesse, impossibile non immaginare tanti settori, e sentieri da battere, a ciascuno dei quali corrisponde un sapere, ed una propria, relativa collana. La cultura è insieme una e diversa, molteplice e compatta, composita e disomogenea, ma suscettibile di trovare al proprio interno fili che agiscono da guida e bussola.

Quali dei volumi pubblicati al momento le stanno più a cuore.

Mi sono tutti cari; hanno avuto, ciascuno, un principio, una individuazione e una messa a punto, quindi una esecuzione e realizzazione. Troppo facile e semplice dire che mi sento particolarmente affezionato a quei testi che ho proposto o personalmente curato, come la rivista “Resistoria” e/o i “Quaderni”, della stessa; o anche gli elaborati lavori legati alla storia elettorale cittadina. Diciamo così: amo molto i miei lavori di ricerca storica, politica e istituzionale, sia legati all’età moderna, che all’epoca contemporanea. Tra l’altro, ho dedicato gran parte della vita a coltivare e diffondere sentimenti e ideali antifascisti o comunque legati alla Resistenza. E però, mai ho trascurato quello che è stato il mio primo e originario compito di applicazione e di studio: la Napoli spagnola, la società, il potere, la cultura della nostra parte di mondo dal Rinascimento all’Illuminismo. Tra poco, con la Valle del Tempo uscirà un grosso volume che riguarda le istituzioni politiche locali (come il Parlamento generale del Regno) a metà Seicento

Insomma mi pare di capire che l’obiettivo è quello di coniugare insieme alta qualità dei contenuti, costi limitati e prodotti facilmente fruibili. Un desiderio che parte da lontano o una scommessa con un gruppo di amici??   

Non la considero né una scommessa né un’impresa commerciale, né un modo o un’occasione per un’esperienza di vita comunitaria. Ovvio che le persone coinvolte siano tra quelle legate da rapporti di stima, di affetto e di lavoro comune. Tuttavia, devo, o forse dovrei, parlare di cosa sono stati nella mia vita, e sin da piccolo, i libri, la lettura, lo scrivere, studiare, insegnare, formare giovani e giovanissimi; con la casa editrice, si ricompone un itinerario, si completa un progetto di vita, e perché no?, si esaudisce anche l’antico desiderio e progetto di mio padre.

 

 

Carlo De Cesare