È il nostro piccolo mondo interiore a deflagrare nella storia, prima ancora che Annalisa D’Amora si appresti a raccontarla nel volume “Diario di una zitella in quarantena” per Di Mauro editore. Un mondo solo in apparenza condiviso nel periodo del lockdown che prorompe in solitari dialoghi virtuali, abilmente rimodellati dall’autrice su ologrammi di fantasiosi personaggi della realtà, attori ineluttabili della vita di ciascuno.
Di fatto monologhi interiori, recitati allo specchio di una disabilità messa da parte, ma riapparsa nella comune fragilità della quarantena, raccontata anch’essa con il sorriso sulle labbra.

Parole rimuginate e trascritte in silenziosi e solitari messaggi whatsapp commentati prima dell’invio dai virtuali compagni dell’isolamento forzato.
Un semplice ma non banale diario per ripercorrere con ironia la drammaticità di un triste periodo condiviso, ma vissuto, come tutte le esperienze dell’esistenza umana, diversamente da ciascuno. Una diversità tesa ad accomunare e non dividere.
Pagine di fede quindi, retaggio di un immobile passato, rilette e ricollocate nella loro bellezza con la maturità degli anni e con la consapevolezza del presente, per vivere l’inerpicato cammino della Pasqua al di là di un tempo reale tristemente spogliato delle sue tradizioni.
Un volume che prima di approdare ad una vera distribuzione, grazie al piccolo grande editore Franco Di Mauro, aveva già fatto un breve autonomo proficuo percorso di solidarietà a vantaggio dei tossicodipendenti. Un segnale importante, precursore di un itinerario che sarà ancora più lungo.

Carlo De Cesare