Può apparire strana la mia scelta di scrivere e raccontarvi di questo piccolo libricino. Meno di 100 pagine, alcune intervallate da strani scarabocchi in bianco e nero, un piccolo testo che sin dalle elementari può finire “consapevolmente” o “inconsapevolmente”, nello zaino dei nostri figli.

Una favola o forse una fiaba che può scivolare dolcemente regalando emozioni lievi o può aprire infinite riflessioni per aiutarci a comprendere il senso di un tutto che troppo spesso viviamo senza percepire.

Forse anche Antoine de Saint-Exupéry, un aviatore dell’aeronautica militare francese, nato a Lione nel 1900 e morto a soli 44 anni durante un volo di ricognizione nel corso della seconda guerra mondiale, non aveva immaginato che quelle sue parole potessero regalare emozioni così profonde ed aprire nuovi orizzonti di conoscenza. Anche ad un lettore distratto percepire l’intensità del suo messaggio non potrà sfuggire, lo lascerà forse confuso, turbato ma sicuramente risveglierà quel bimbo che ha lasciato per troppo tempo avvolto nelle pieghe dell’anima impedendogli di muoversi, di giocare, di ridere, di piangere.

Una frase più di tutte mi ha conquistata: “L’essenziale è invisibile agli occhi”, ma andiamo con ordine, chi è il Piccolo Principe? Un bimbo incontrato dall’autore durante un atterraggio di fortuna in un deserto. Un’avaria del suo aereo lo costringe a fermarsi in quello spazio senza tempo ed è lì che incontra il suo sé bambino. Gli viene incontro sotto le sembianze di un piccolo principe arrivato dall’asteroide B-612 ed alla ricerca di un disegno di una pecora che possa mangiare tutte le piante di “baobab” che infestano il suo pianeta. Ed è proprio così che inizia il loro dialogo, con questa insolita richiesta che trasporterà l’autore indietro nel tempo, quando da bambino disegnò un boa che aveva mangiato un elefante e nessun adulto comprese cosa celasse quell’immagine, perché crescendo si finisce con il dimenticare che oltre ai nostri occhi ci sono immagini visibili solo alla nostra anima, più vere e più misteriose.

Il piccolo principe vuole una pecora ma non è mai soddisfatto dei disegni che il pilota gli sottopone, fino a quando con tratto incerto, gli abbozza una scatola con dei fori, solo allora il bambino è felice, la sua pecora è in quella scatola, non ha dubbi sia così, adesso potrà tornare sul suo asteroide e liberarlo dalle piante infestanti.

Mentre il pilota cerca la maniera di rimettere in funzione l’aereo, l’amicizia fra di loro cresce, ed ogni giorno che trascorrono insieme diventa una nuova lezione per Antoine de Saint-Exupéry, una riscoperta del suo io dimenticato, un arricchimento per la sua anima. Il piccolo principe racconta dei suoi viaggi, prima di giungere sulla terra, delle persone che ha incontrato “un re solitario”, “un ubriacone”, “un vanitoso”, “un uomo d’affari”…ne racconta i limiti, i controsensi, la stupidità. Racconta di noi di quanto abbiamo perso giorno dopo giorno, quando abbiamo creduto che esser adulti imponesse di usare la ragione ed i sensi, dimenticando di usare il cuore. Un giorno mi è stato chiesto quando un bimbo avrebbe compreso che se “faceva il bravo” avrebbe avuto un premio, noi crediamo di dover insegnare qualcosa a chi invece dal suo primo vagito insegna a noi. Dietro ad un pianto c’è una richiesta e quello stesso pianto non terminerà se non sarà soddisfatta, noi non insegniamo nulla piuttosto giorno dopo giorno dimentichiamo tutto, perché l’essenziale è invisibile agli occhi.

Solo osservando il mondo con l’innocenza ed il coraggio di un bambino è possibile cogliere quell’essenziale e renderlo unico, fantastico. Solo facendo scorrere i nostri sensi attraverso il cuore possiamo aprirci all’immensità del creato e percepirne ogni sfaccettatura, emozionandoci davanti ad un sorriso o piangendo per un addio inaspettato. Il piccolo principe non tralascia nemmeno il tema della morte, si affida al morso di una vipera per il suo ritorno all’asteroide B-612, un viaggio in un sogno che non potrà mai finire.

Ecco questo piccolo libricino, sommerso da milioni di romanzi e storie che ci racconteranno, emozioneranno, divertiranno, troverà sempre un suo spazio, sarà un manuale d’istruzione in grado di guidare la nostra vita ad un ascolto diverso…ad una lettura diversa, ecco perché ho scelto “Il Piccolo Principe”.

Renata Buonaiuto