Da "Il Settimanale" della TGR Campania del 16 gennaio 2010 ore 12:30. I "momenti" magici della danza negli scatti di Alessio Buccafusca con Alessia Rodichevski.
Devo senza dubbio ringraziare il collega Claudio Della Rocca per avermi dato la possibilità di conoscere un grande professionista. Alessio è la testimonianza di quanto la passione e l’abnegazione nel lavoro siano determinanti per ottenere risultati tecnicamente ineccepibili, ma non solo. Alessio ama ogni suo scatto, ama quell’istante in cui la luce oltrepassa l’obiettivo e va in posa, lasciandosi dolcemente catturare dall’otturatore ormai chiuso alle sue spalle. Sicuramente un altro effimero clic, ma come sempre impossibile da dimenticare.
Carlo De Cesare
Il commento di Alessio Buccafusca 11 anni dopo
Mi ricordo ancora, ormai a circa undici anni di distanza, di questa intervista. La troupe della RAI era entusiasta per il servizio che stava per realizzare ed io ero molto contento per lo spazio dedicato a me ed al mio ultimo lavoro. In quello studio che è un vero e proprio pezzo di me, con i miei scatti alle pareti, alcune scenografie teatrali a fare da separé, gli scaffali pieni di macchine fotografiche, la luce entrava brillante, inondandoci, come se anche lei fosse felice di ciò che stava accadendo. Sento ancora la voce degli operatori, il rumore del parquet flottante che utilizzo come “piccolo palcoscenico” per le foto di posa. È ancora viva in me la positiva sensazione dell’empatia e della sinergia venutasi a creare con la bellissima danzatrice, con la quale non persi occasione di scherzare, seguendo le indicazioni della troupe. Proprio questa unità di intenti e questa serenità sono sempre state il mio credo, perché oltre il rigore, oltre la tecnica, oltre i passi, la danza è fatta soprattutto di anime affini che non aspettano altro che ritrovarsi per spiccare insieme il volo. Ho sempre trovato affascinante il prima ed il dopo di uno spettacolo, il riposo durante le prove, perché è in questi momenti che i danzatori possono spogliarsi dei personaggi che interpretano e permettersi di essere solamente loro stessi. Fisico ed anima, mente e cuore, su questa dicotomia ho costruito la mia carriera, perché il compito di un fotografo di danza degno di questo nome è cercare di catturare anche ciò che va “oltre”, aspettando l’attimo perfetto, la luce esatta, il dettaglio più emozionante, la prospettiva più accattivante. Bisogna donarsi completamente alla danza, perché “una fotografia sbagliata è uno scatto perso per sempre”. Abbiamo una grandissima responsabilità, quella di sonare l’eternità all’arte effimera per eccellenza. Realmente non potrò mai dimenticare questa intervista e tutto ciò che c’era dietro. Alessio Buccafusca Napoli, febbraio 2021