Seduta ai piedi del suo letto, guarda il tiepido raggio di luce posarsi sulle orchidee bianche, prossime alla fioritura.
Come loro, anche lei desidera ricevere la sua primavera ma le sembra che ogni strada le sia preclusa. Guarda fuori da una finestra, lascia che sia il suo sguardo a lanciare la sua preghiera, ma nessuno lo intercetta.
A circondare le sue gambe, tubetti sparsi di colore. Alcuni aperti e ormai mezzo asciutti, altri, quelli che di solito preferisce ignorare, ancora gonfi e ben puliti.
Li osserva, titubante, come se fossero montagne giganti alle quali è difficile arrampicarsi.
Un sospiro la svuota di ogni ansia. È sempre così il primo approccio della giornata: la prima cosa che deve fare per iniziare a dipingere è riprendere familiarità con i suoi colori.
È un costante primo appuntamento, il loro. Devono presentarsi, superare i reciproci imbarazzi e poi tingersi della stessa anima, fino a non volersi più lasciare.
Un amore che si rinnova in ogni quotidiano, per scoprirsi sempre invincibile.
Lidia vorrebbe che fosse così anche per quell’amore oggi così distante, impossibilitato da quattro mura che si chiudono addosso a lei, fino a stringersi in una gabbia.
Lo scorrere dei giorni sul calendario passa nel suo cuore come un grido di allarme; la paura costante che, così distanti, finiranno irreparabilmente per perdersi.
Come può un legame spirituale superare la necessità del corporeo? Il bisogno di avere tra le braccia una persona che ti ama? Si domanda.
Lui, che vive con un’altra coinquilina, potrebbe ricorrere a braccia più vicine per sfamare il suo cuore e così dimenticarsi di lei.
Il suo cuore sussulta di paura ma la determinazione fa tremare la sua mano e, sorridente, alza il suo pennello al cielo in un pregevole richiamo.
Lì, accompagnata dalle note della vicina e respirando il vento che profuma di fiori di arancio, irrompe sulla tela riversando tutto ciò che ha da offrire.
Vi imprime la loro storia, l’attesa e la lotta per tenere viva la speranza.
Il suo canto, la sua voce e quel profumo da donare.
Ogni linea sopperisce ad un abbraccio; ogni immagine è un coraggioso stare in piedi di fronte al terrore della morte.
Ignara di ciò che si trova oltre le sue mura, continua a fare di ogni tratto, ogni linea, ogni forma, una dolce e silenziosa preghiera intonata per chi non può udire.
Intonata per chi le fa battere il cuore e fremere le labbra.
Balla con la sua ombra, incendiata di passione, desiderosa di riempire i vuoti di entrambi. Balla e manda il suo cuore nell’universo, sperando che, tra tante stelle, ce ne sia almeno una che porti a lui quel messaggio, affinché non si senta solo, affinché sappia che lei esiste per lui.
Perché le loro anime sono state disegnate dalla mano dello stesso pittore una uguale all’altra, per stare vicine oltre le distanze. Perché possano tenersi per mano sempre, oltre il materiale.
Su ogni tela un giorno ci sarà un pezzo del cuore di lei che, unito al suo, formeranno un’unica, completa, immagine: quella di un’anima.
Lei non lo sa ma, agli occhi di Dio, è un bocciolo di orchidea che si sta schiudendo per regalare al mondo il suo tesoro. E lui, anche così distante, sta avvertendo nel suo intimo la sensazione di quanto amore lei gli sta dedicando.