
Lunedì 6 ottobre si è svolta la premiazione delle aziende italiane medagliate al “Concours Mondial de Bruxelles 2025“, prestigioso concorso enologico belga, nel cinquecentesco Palazzo Valentini nel cuore della capitale, oggi sede della Prefettura di Roma e Città Metropolitana di Roma Capitale. Da Piazza Venezia, passando per i Fori Imperiali si aprono le porte dello splendido palazzo vestito di stand bianchi, elegantemente allestiti con bottiglie insignite di medaglie d’oro e d’argento.
Sono le referenze che le cantine italiane hanno candidato al concorso e con le quali sono state premiate da 85 a 86,9 con la Médaille d’Argent, da 87 a 89,9 con la Médaille d’Or e dal 90 in poi della Grande Médaille d’Or.
Una valutazione alla cieca dove i degustatori, grandi esperti del mondo del vino provenienti da tutto il globo, conoscono solo l’annata e, seguendo il modello unico proposto dall’OIV e dall’ Unione Internazionale degli Enologi, esaminano:
- Aspetto Visivo: limpidezza, aspetto e, se applicabile, effervescenza;
- Aspetto Olfattivo: intensità, purezza e qualità;
- Aspetto Gustativo: intensità, purezza, qualità e persistenza.
In 30 anni, dal 1994, il “Concours Mondial de Bruxelles (CMB)” è diventato un punto di riferimento per produttori, buyer e consumatori, sia per il rigore nelle valutazioni, sia per il suo carattere internazionale. Come ha Spiegato Carlo Dugo, Giudice internazionale e Ambasciatore Italiano per il CMB per il vino:
“Il Concours Mondial de Bruxelles permette alle aziende italiane medagliate di ottenere un immediato posizionamento internazionale e la premiazione presso la splendida location di Palazzo Valentini ne è la giusta cornice, in una città, quella di Roma, sempre più orientata nel presentare il made in Italy di qualità ai milioni di pellegrini che ogni anno scelgono questa meta, fonte inesauribile di cultura millenaria”
In merito alla premiazione ha commentato: “L’emozione che si prova nel premiare le aziende italiane che si sono distinte nel più importante concorso internazionale è forte e rende omaggio ad una Italia che della propria eccellenza ne ha fatto un vanto”.
Ne è la dimostrazione il numero di riconoscimenti ottenuti, ben 582, 24 i vini medagliati Gran Oro, 218 Oro e 340 Argento, nel totale delle sessioni, che si sono inoltre tenute in giro per il mondo: Vini Rosati a febbraio a Costanza (Dobrugia); Vini Rossi e Bianchi a giugno a Yinchuan (Ningxia); Vini Spumanti a settembre in Moldavia; Vini Dolci e Liquorosi a settembre in Sicilia.
La cornice capitolina è stata quindi l’occasione per poter degustare le referenze premiate, ne raccontiamo alcune.
Cantina Spelonga (FG) riceve ben tre medaglie, d’oro con Tyron 2022, Nero di Troia, e d’Argento con il Primitivo 2023 e con il Marilina Rosè 2024. Quest’ultimo sorprende per il suo ingresso al naso ricco di erbe aromatiche che inizialmente distolgono dai profumi di lampone e rosa. Basta il primo sorso per una esplosione di freschezza in cui tutti i sentori si presentano uno ad uno, lasciando neanche troppo velocemente la bocca.
Nella sessione Vini Effervescenti, il Prosecco Superiore DOCG Extra Dry di Stefano Bottega (TV) ha conseguito la Medaglia d’Argento sicuramente grazie all’eleganza e versatilità che poi contraddistingue i suoi vini. Premiata anche una produzione particolare Primo Assaggio Puro Grado, Acquavite d’uva, Medaglia d’oro Spirits Collection. Una sorpresa poi il suo Demi Sec, naturalmente fuori concorso altrimenti avrebbe vinto il premio versatilità. Grazie alla delicatissima dolcezza può star bene anche in un aperitivo, soprattutto per gli amanti dello Hugo.
Rimanendo in tema di eleganza, l’Azienda Collina Serragrilli (CN) ha visto salire sul podio tre referenze. L’oro è andato a Bailè 2021, Langhe Nebbiolo Doc, verticale, leggero ma strutturato, fresco, delicatamente speziato. Ai due Barbaresco DOCG, Starderi 2021 e Serragrilli 2021, due argenti. Sono prodotti nella stessa maniera, entrambi eleganti, complessi, perfettamente equilibrati, la loro differenti peculiarità risiedono proprio nella terra, vigne di 50 anni per Starderi, 74 anni per Serragrilli, e quest’ultimo fa esultare le papille gustative.
Medaglia d’Argento per una bollicina che non ha nulla da invidiare ai francesi, Ansaldi Brut Metodo Classico 2019 di Agricola Ansaldi (TP). Una spumantizzazione di Grillo 100% dove il Liqueur d’expedition è un vino perpetuo che riposa nelle botti dal 1957, composto da grillo, catarratto, damaschino e inzolia, per poi trascorrere 60 mesi sui lieviti. Tempi lunghi come la persistenza di una fine bolla con cui si viaggia dagli agrumi al pane tostato.
Tra i non premiati, ma scoperti degustando, è Fiore di Bacco, dell’azienda agricola Fiore (BA), un blend di Greco, Malvasia e Bianco d’Alessano, prodotto con il metodo di lavorazione Verdeca di Gravina. Un antico sistema in cui il mosto veniva conservato nella iuta dopo una filtrazione grossolana e posto nelle cantine di Gravina, due piani sottoterra ad una temperatura costante di 16 gradi. La raccolta delle lacrime di vino colate finivano prima nei tini e poi in bottiglie, riposte pericolosamente vicino, tanto da dover attenzione ai rumori nelle sale, per evitare che scoppiassero una dietro l’altra. (Natale- Pasqua)
Giusto qualche assaggio dei tantissimi vini di grande livello presenti alla manifestazione. E tra una medaglia e l’altra, assegnata senza neanche poter vedere le bottiglie come sono fatte, il piacere è nelle storie che il bicchiere svela.
Buon vino a tutti!
Antonella De Cesare