“Il malato è un oppresso in questo sistema. Ogni ricovero
che mi è capitato è stato lo scontro con la distruzione
totale. Il viaggio della malattia è terribile come quello dei
migranti, come quelli dei poveri, perché smaschera cose
della vita terribili. La prepotenza contro il debole come
sistema.”
L’innocenza dei dinosauri, il libro della scrittrice e giornalista Giovanna Ferrara, strappata precocemente alla vita da una devastante malattia, è il racconto della sua odissea personale.
Con questo volume la scrittrice esamina, in maniera puntuale, le deficienze di una Sanità ormai al collasso, che pone come interesse primario il bilancio aziendale, anziché il benessere del paziente.
Ad aggravare la già precaria condizione psico-fisica dell’autrice, incompetenza e mancanza di empatia, carenze descritte con maestria autoriale dalla scrittrice, che ritrae la sua persona come immersa in una complessa spirale di ingiustizie e diagnosi sbagliate, perpetrate ai suoi danni da operatori sanitari distaccati e poco professionali.
Un racconto giornalistico che, con equilibrio, analizza efficienze e deficienze di un sistema, insinuandosi nelle pieghe di una società distante, talvolta irrazionale, le cui colpe non possono non essere imputate che ad una cattiva politica, fuori dalla logica per cui è nata,
La incontreremo così nel suo dolore da cronista, nelle vicissitudini del paziente della brandina accanto, e negli occhi di chi come lei guarda angosciata e dolorante i neon del soffitto del Pronto Soccorso. Sentiremo con lei il tempo scorrere e quell’afflato di vita che sembra volare via ad ogni ricovero.
Sentiremo insieme a lei la vertigine di malinconia che sale ad ogni risposta data con sufficienza, e la frustrazione legata alle difficoltà burocratiche che inevitabilmente ricadono sul malato, quasi colpevole di essere tale.
“Le cartelle
cliniche infinite. La ricerca in quei faldoni di una delle
centinaia di “carte” che per una visita è fondamentale.
Tutto questo il malato lo fa mentre non si sente bene,
La malattia ti sbatte dentro a un sistema di una violenza
tale da lasciare sfiniti e il malato cronico è un lottatore
perenne.”
Un libro denuncia che, con una scrittura diretta, ritrae il fallimento della politica sulla Sanità Pubblica ponendo l’accento sul decadimento etico di una società priva di solidi punti di riferimento. È sicuramente interessante, infatti, l’analisi puntuale della gestione della pandemia realizzata in parallelo con il racconto delle vicissitudini che l’hanno attraversata.
Un inno alla vita, nonostante quel futuro ferito, scandito dal tempo delle lunghe attese nelle “fredde” sale d’aspetto degli ospedali, dove ad impossessarsi dell’individuo è solo la paura. Vedremo brillare la speranza nei sogni ad occhi aperti ai quali si affida l’autrice, portandosi con la mente nella sua amata Cava (Cava de’ Tirreni), città che le ha dato i natali. Una guerriera che non lotta solo contro la propria malattia, ma che, con questo volume, denuncia il decadimento di una società che si avvia all’estinzione, da qui “L’innocenza dei dinosauri”. Un titolo provocatorio che, se da un lato cita l’estraneità di esseri mostruosi, inconsapevoli del loro dominio sulla terra, dall’altra ne prevede l’involontaria sparizione.
Con quest’opera l’autrice rimarca con vigore quanto ancora oggi ci sia bisogno di una sanità pubblica in grado di sovvenire tempestivamente e adeguatamente alle necessità dei cittadini. Una esigenza che l’esperienza del covid (che l’autrice chiama “L’Evento”) ha sicuramente messo in luce, insieme alla certezza che dove c’è bieco interesse non può esserci altruismo, dove c’è desiderio di far cassa non può esserci la premura per il malato. Tuttavia salute e benessere, inteso sia dei cittadini che economico di un paese, è un binomio possibile, raggiungibile attraverso una politica mirata al bene comune e non all’interesse dei singoli.
Giovanna Ferrara, nata a Cava de’ Tirreni nel 1978, morta a Padova nel 2023, è stata una giornalista professionista che ha lavorato prima al manifesto, sua redazione del cuore, e poi all’AGCOM dove è entrata per concorso. Ha sempre contribuito alla crescita culturale sociale e politica del paese attraverso numerose collaborazioni tutte di grande spessore culturale.
Questo suo volume-inchiesta è, senza dubbio, un importante tassello per la comprensione dei guasti della complessa e ferruginosa macchina della Sanità, affinché non accada più che in un letto d’ospedale qualcuno possa provare quel profondo senso di solitudine e di soffocamento, inaccettabile per un luogo deputato alla cura e al benessere del malato.
“sono “ferita a vita”
dalla struggente forza del mio mare, senza sabbia, solo scogli
che tagliano i piedi. Ciottoli che legano la bellezza alla
scomodità, alla lotta. Educazione sentimentale imprescindibile.
Felicità da abbaglio.”
Anna Di Fresco