Uomini oscuri come i tunnel che scavavano, avrebbero riprovato
l’indomani in un’altra buca, sopra un altro campo di
grano. Oppure nel cortile interno di qualche casa, pressati da
un passato che dà appuntamento nelle tracce dei muri, nei pavimenti
in terra battuta o ricoperta di malta.
Una innocua passeggiata, per Ilde, una guida turistica, curiosa, quanto appassionata del suo lavoro, si trasforma in una inimmaginabile avventura dalle tinte fosche nei meandri dell’illegalità. L’incontro con Carlo, infatti, cercatore di reperti archeologici, imporrà alla sua vita un ritmo calzante che la traghetterà nell’affascinante mondo dei cosiddetti Tombaroli, uomini che scavano di notte alla ricerca dei tesori della storia.
I protagonisti, avversati dalla presenza del commissario Gabriele, un caustico personaggio, tutore di una legge che non contempla nessuna variante del ladrocinio, per quanto, quest’ultimo, risulti al servizio della storia, si districheranno di fronte a molteplici difficoltà per finire con l’innamorarsi.
La trama, infatti, si tingerà di rosa quando i due protagonisti verranno travolti da una rocambolesca storia d’amore che unirà due anime solitarie appassionate, ma smarrite in una realtà parallela lontana dal presente.
Con Tuono, Homo Scrivens edizioni, Gaetanina Longobardi, accende un faro su un mondo sconosciuto e affascinante, quello notturno dei Tombaroli o predatori di tombe, coloro i quali illecitamente predispongono scavi abusivi atti al reperimento di reperti archeologici da vendere al mercato nero dei collezionisti. Una narrazione particolareggiata, ricca di spunti di natura storica. D’altro canto, la storia è la grande passione dell’autrice, studiosa dell’età medievale, e non a caso, la protagonista, Ilde, ricorda il nome di Ildegarda terza, moglie di Carlo Magno.
Anche il nome del volume, Tuono, richiama alla ricercatezza adottata dall’autrice nel realizzare quest’opera narrativa. Tale titolo, infatti, richiama allo strumento usato dai Tombaroli, per scavare la terra, un arnese a forma di T che in gergo è chiamato tuono.
Un’opera ispirata alla bellezza dell’arte e della storia che affascinerà il lettore catapultandolo negli scavi archeologici situati tra Pompei e Paestum, durante le notti movimentate del protagonista Carlo e della sua Ilde uniti nel presente come nel passato.
Intrigante, quanto basta, la “stanza dello scrittore”, l’appendice dei volumi della casa editrice Campana, voluta dall’editore Aldo Putignano, che dà la possibilità al lettore di avere qualche informazione in più sull’autore. Una idea vincente, che mai come in questo caso aggiunge sicuramente qualche tassello in più per la piena comprensione del testo. Del resto, così come accade per tutti i volumi, in ogni storia raccontata c’è sempre qualcosa, se non molto di più, di chi l’ha ideata. Ed è così che Gaetanina Longobardi diventa Tania, non solo per gli amici, ma anche per i lettori che “entrati nella stanza” scopriranno le sue passioni e il suo amore per la storia, dialogando virtualmente con lei e con Teia, il re degli Ostrogoti sconfitto nel VI secolo dai Bizantini, lungo quel quotidiano tragitto che va da Angri a Sant’Antonio Abate. Un percorso che è parte della sua vita, così come i libri che oramai in tanti non trovano più un posto in casa dove stare, perché anche in frigo con la rassegnazione del marito Antonio, c’è da far posto anche a qualcosa da mangiare.
Buona Lettura
Anna Di Fresco