Nello spazio socioculturale della libreria “la forma del libro” di via del Carmine a Padova al civico 6, si è tenuta ieri la presentazione del volume di Daniele Mencarelli “Brucia L’origine” per Mondadori Edizioni.
Poeta e scrittore romano di elevata sensibilità, con questo lavoro, Mencarelli, si conferma narratore dei mutamenti dell’anima, mutamenti che ritroviamo nel protagonista di questa storia.
Gabriele Bilancini, questo il nome del personaggio principale del romanzo, dopo quattro anni di assenza, torna a casa, nel quartiere Tuscolano di Roma, nel cuore di una città che lo ha cresciuto assieme ad una famiglia che, nell’istante in cui si trova a dover affrontare, si palesa alla sua vista come qualcosa di estraneo.
Una frattura dolorosa, che impone un profondo senso di disarmonia con il mondo dei ricordi, quelli che scaldano il cuore, e la realtà, quella nella quale Gabriele ha una vita piena e soddisfacente a chilometri di distanza da quel mondo fermo, quasi stagnante, laddove il lavoro si confonde con il dovere e lo scorrere della vita assume sempre la stessa sfumatura.
A Milano la sua vita frenetica si muove a ritmi altissimi, tanto alti da portarlo ad essere tra i dieci designer emergenti più quotati al mondo nel giro di pochi anni, e contestualmente, ad entrare in contatto con un mondo d’alto rango che lo ingloba al punto da distanziarlo da quelle origini di cui si vergogna come se fossero un brutto morbo da nascondere. Le origini, un bagaglio che è sempre e comunque parte indelebile del passato di ciascuno, zavorra o meno del proprio cammino presente.
L’anniversario di matrimonio dei genitori del protagonista, benché dopo quattro anni, diviene occasione per rientrare a casa per un week-end in famiglia. Quarantotto ore che per un imprevisto si protrarranno, ma che comunque saranno in ogni caso sufficienti per palesare tutta l’ostilità di quei luoghi, un tempo così familiari. Una condizione comune agli emigranti, dove l’inadeguatezza dei luoghi d’origine diviene pari a quella dei nuovi ospitanti. Ed è così che l’autore farà tirare le fila al suo Gabriele non solo con la disattesa felicità, traguardo non scontato nell’ambito di un percorso professionale, ma anche con il padre, la madre, la sorella, Il quartiere, gli amici, il bar, che se pur immutati nel tempo gli appariranno ostili.
Un punto di vista dentro le cose che ci porta a riflettere sulla poesia come mezzo utilizzato dall’autore per entrare nelle esistenze dei suoi personaggi narrandone le vicissitudini. Una continua ricerca che spinge a raccontare di vite spezzate e di sogni infranti come in “Tutto chiede salvezza”, Mondadori Edizioni, opera del 2020 finalista premio Strega e dal quale è stata tratta una recente serie omonima per Netflix per la regia di Francesco Bruni. Mencarelli costruisce circuiti vitali laddove l’esistenza umana si pone come fulcro in continuo movimento, come in quel “Tempo Circolare” che dà il titolo all’ultima raccolta di poesie (2019 – 1997). Una carriera letteraria, quella dell’autore che nel 2022 si affaccia anche al mondo del teatro con la sua prima opera teatrale “Agnello di Dio” per la regia di Pietro Maccarinelli.
Anna Di fresco