Le donne che conquistano il mondo
Che le donne abbiano da sempre dovuto lottare più degli uomini per affermare i propri diritti è purtroppo una realtà, così come è altrettanto vero che la consapevolezza di questo non ha comunque prodotto nel tempo, i risultati che avrebbe dovuto. Non che passi in avanti nella parità di genere non ne siano stati fatti, ma che la strada da percorrere sia ancora tanta e in alcuni casi tutta in salita, è certamente sotto gli occhi di tutti.
Ermanno corsi e Piero Antonio Toma nel volume “Le donne che conquistano il mondo” per Marlin Editore tornano a parlare della presenza femminile in politica, così come hanno fatto nella prima edizione di questo volume nel 2016, con la differenza che da allora ad oggi le cose sono decisamente cambiate e che le donne impegnate in politica in tutto il mondo sono più che raddoppiate. Detto così potrebbe sembrare che il “gap di genere” sia stato eliminato, ma si tratta ovviamente di un riferimento numerico relativo e non assoluto.
Nel volume gli autori partendo dalla “scalata” al governo di Giorgia Meloni ricostruiscono la storia mondiale delle donne in politica e dei tanti “soffitti di cristallo”, che negli anni sono crollati uno dopo l’altro. Una data fondamentale per la storia d’Italia è senza dubbio il 2 giugno del 1946, quando la tenacia delle donne italiane le porta ad essere un milione in più degli uomini alle urne del primo appello elettorale aperto anche all’altro sesso. È difatti proprio a partire da questa seconda parte del novecento che nel mondo le donne iniziano a fruire di una crescente partecipazione alla vita sociale.
Cinque le tappe politiche italiane al femminile successive al 46:
1979-1994-2013. Divengono rispettivamente Presidenti della Camera dei deputati, Nilde Iotti, Irene Pivetti e Laura Boldrini. Nel 2018 Maria Elisabetta Alberti Casellati diviene presidente del Senato, mentre nel 2019 Marta Cartabia viene eletta presidente della Corte Costituzionale.
Ma l’ascesa delle donne ai vertici istituzionali, oltre alla progressiva presenza in magistratura (che supera il 70%) segna il suo culmine, appunto, nella prima donna premier Giorgia Meloni.
Il volume analizza pertanto la storia del nostro Bel Paese e delle sue rilevanti presenze femminili, non soltanto sulle tavole del palcoscenico politico, ma anche “dietro le quinte”.
È il caso delle mogli di uomini di stato come Vittoria Leone Michitto, prima e ultima vera first lady, Eleonora Moro e tante tante altre ancora, sino alla più recente Laura Mattarella figlia del Presidente Sergio. Nel panorama politico mondiale invece il primato al femminile spetta all’Islanda, con la prima presidente eletta della Repubblica e con due premier una dietro l’altra, alla quale segue l’Estonia anch’essa con una presidente e una premier. Ma se è vero che in buona parte dell’Europa il premierato è al femminile, è altrettanto vero che nel mondo circa l’80 per cento degli incarichi politici è ancora affidato agli uomini. Insomma la strada da fare è ancora tanta, ma ci auguriamo di percorrerla bene e in fretta, e perché no di ritrovarci a breve a recensire una terza edizione di questo volume.
Antonella De Cesare