IL MIO SGUARDO AL DI LA’ DEL MARE
“A volte la solitudine serve a comprendere, il dolore a guarire”
Recita così la quarta di copertina del romanzo “Il mio sguardo al di là del mare”, ed in questa frase si può trovare il primo insegnamento, il primo spunto di riflessione, che l’autore Giovanni De Gennaro regala ai suoi lettori, ma questo sarà solo l’inizio del viaggio.
Protagonista assoluto un diario, una “moleskine”, dove Giovanni racchiuderà tutta la sua vita per farne dono al figlio, nella speranza possa capirlo, perdonarlo ed amarlo, ma possa anche aiutarlo a scoprire se stesso.
Accettare le paure, le debolezze, gli inciampi della vita, solo in questo modo potrà realizzare un disegno migliore del suo.
Napoli, San Marco e Punta Licosa, sono i luoghi in cui si muoverà Giovanni, dove trascorrerà la sua infanzia
il figlio Gabriele e dove il suo matrimonio lentamente naufragherà, per lasciar spazio ad un “idea” d’amore,
ad una “Lei” che accompagnerà e trasformerà il suo tempo.
In questo diario, Giovanni racconterà anche della sua infanzia, di quando piccolo e cagionevole, assisteva
impotente alle liti dei suoi genitori. Di quella giovane donna che gli aveva rubato il cuore ed a cui aveva affidato la sua vita, tanto tempo prima, pronunciando un sacro “si” sull’altare.
Gli scriverà di quando la loro unione aveva iniziato a vacillare, di
come la sua nascita l’avesse resa ancora più fragile e di come il male oscuro, chiamato depressione avesse
fatto capolino nella loro vita, alzando muri invalicabili nelle loro esistenze.
Giovanni per difendersi e difenderlo costruirà una realtà parallela in cui rifugiarsi e talvolta perdersi. Ed è lì che incontrerà “Lei”, un amore idealizzato, ma forse proprio per questo mai realmente esistito.
Chiuso nel suo dolore, Giovanni non riuscirà a leggere ed accogliere la sofferenza del figlio. Per quanto
presente ed amorevole, per quanto attento ai sogni ed alle passioni di Gabriele, non comprenderà che le
armi da lui usate per difendersi dal dolore, non sono quelle che potranno aiutare il figlio ad accettare la
separazione dei genitori prima e la morte della mamma dopo.
Quando i genitori oramai anziani, richiederanno la presenza di Giovanni, sarà naturale per lui trasferirsi con
Gabriele nella sua vecchia casa e tornare così, volontariamente o inconsapevolmente, nuovamente figlio.
Tornerà ad essere ancora amato in quel modo infinito e totalitario che solo una madre è in grado di fare,
potrà allontanarsi dal mondo e dalla fatica di vivere, ma allo stesso tempo si allontanerà anche dal figlio.
Il viaggio proseguirà fino a toccare le corde più profonde dell’anima, che magicamente non saranno più solo
del protagonista, ma di ognuno di noi.
La disperata ricerca d’amore è quella che accompagna anche i nostri passi. L’autore con immensa delicatezza e cura riesce a far emergere tutto questo, colorando il viaggio con descrizioni meravigliosamente dipinte da una penna leggera.
Un diario di vita da custodire gelosamente, perché possa accompagnare il nostro andare e chissà forse
anche diventare bussola, perché in questo immenso “Universo d’Amore” non è impossibile perdersi, ma è
meraviglioso ritrovarsi.
RENATA BUONAIUTO