Prima di leggere il volume di Lello Marangio “Il Mercatino di Roccagioiosa” bisognerebbe chiudere gli occhi e immaginare di esserci già in quella piazzetta gremita di gente in cerca di cose non sempre oggetto di desiderio; immersi in una piccola grande realtà di un borgo che per una volta alla settimana si trasforma in una giostra di anime sulla quale è impossibile rinunciare a salirvi.
Ed è proprio così che immagina lello Marangio il suo “Mercatino”, una “giostra” sulla quale non salgono solo gli avventori ma gli stessi ambulanti con il loro ineluttabile bagaglio esistenziale. Va da sé che la costruzione del racconto diviene un palcoscenico sul quale di volta in volta sono chiamati tutti a raccontare la propria storia; divenendo ciascuno interprete ironico del proprio ruolo pubblico o privato che sia. Del resto è proprio la concretezza della vita con le sue gioie e i suoi dolori, con i suoi dubbi e le sue verità, ad accompagnare le esistenze di ciascuno, lasciando che la maschera della sopravvivenza ceda il posto al volto scoperto della realtà.
A questo punto vi domanderete se l’autore, noto per i suoi testi comici per il teatro e la televisione, abbia deciso di cambiare genere e di dedicarsi al dramma. Niente di tutto questo ovviamente! Posso assicurarvelo! Anzi vi dirò che per far riposare i 15 muscoli facciali deputati al riso dovrete necessariamente chiudere il libro. Per questo l’editore di “Homo Scrivens” avrebbe voluto far allegare al volume il classico bugiardino, ma non ha fatto in tempo. Marangio aveva purtroppo già chiamato il sindaco di Roccagioiosa con il suo nome “Aldo Putignano” e si era tra l’altro anche citato tra i classici di Shakespeare e Pirandello e questa volta….. non per omonimia.
Buona lettura
Carlo De Cesare