“Il vento trascina” di Loredana De Vita
“Il vento trascina“, il volume di Loredana De Vita apre una finestra sulle vicende drammatiche delle ragazze africane di Benin city che si affacciano al mondo dell’occidente immaginandolo come l’ultima speranza di vita, anche se, nei fatti, altro non è che il secondo atto di un atroce destino ascritto ad esse. L’ autrice narra di Loveth, una ragazza disincantata e violentata dalla crudeltà di un mondo che la costringe alla prostituzione sulla tristemente nota Domitiana. Un percorso che la trascinerà, proprio come il vento, tra le braccia di Tommaso, uno psicologo segnato da un pregresso disdicevole che si rivelerà motore di un confronto parallelo con la donna, con la quale Tommaso affronterà i mostri del passato, inesorabili manipolatori dell’incerto presente di entrambi. Un incontro che avverrà in un carcere femminile che, agli occhi di chi scrive, assume l’aspetto trascendentale della Fortezza Bastiani di Buzzati, tanto risulta sospeso in uno scenario a dir poco onirico. Sullo sfondo della storia il vento e il mare, simboli di libertà ed uguaglianza sulle cui onde navigano le travagliate vicende dei personaggi, così reali da riportare alla mente squarci indelebili delle colonne di cronaca dei nostri quotidiani. Un lavoro, quello della De Vita, che affronta nei dettagli il tormentato mondo interiore di personaggi comuni ma che, giorno dopo giorno, forgiano il presente con mani levigate da dolori inesplorati dai più. Il lettore ammaliato dalla poetica drammatica, sapientemente impiegata dall’autrice per infondere i moti dell’inconscio, scoprirà il bisogno di incontrare il diverso per confondersi con esso al punto da svelare l’aspetto migliore della propria anima.
“Stranieri, non estranei perché nostro è questo spicchio di tempo nel mondo e a esso noi soli apparteniamo”
Anna Di Fresco