Si sono conosciuti più di 60 anni fa, anzi come ama dire lei, Rosa, sono innamorati da 12 lustri, lo trova più romantico.
In 60 anni non si erano mai separati per più di 24 ore.
“Chiederesti alla luna di separarsi dal suo cielo?” – risponderebbe Giorgio che guarda ancora la sua Rosa come se fosse il primo giorno quando portava già i capelli corti e lisci che le mettono in risalto il bel viso oggi come tanti anni fa.
“Ci voleva il coronavirus per prendermi un po’ di tempo per me ” – ha detto Rosa trattenendo con tutte le forze le lacrime mentre cercava di confortare e dare forza all’amore della sua vita attraverso lo schermo di un cellulare.
“Giorgio, torno” gli sussurra ogni sera con un filo di voce quando si danno la buonanotte.
Per due giorni Rosa è stata intubata e non poteva parlare.
Patrizia, la giovanissima infermiera del reparto Covid dell’ospedale che ha due begli occhioni azzurri ed un cuore ancora più grande, ha chiamato Giorgio e gli ha scoccato un bacio sul display così forte che anche lui che ormai è un po’ duro di orecchi lo ha sentito.
“Da parte della tua bella ragazza che sta cercando di prendere a calci nel sedere questo maledetto virus” – gli ha detto facendolo sorridere nonostante la preoccupazione.
La casa è vuota e silenziosa senza Rosa, in alcuni momenti vorrebbe lasciarsi andare, accasciarsi sulla sua poltrona ed aspettare che torni, perché lui senza di lei non funziona.
E invece tiene la casa ordinata, annaffia le sue bellissime piante che cominciano a fiorire in un tripudio di colori pronto ad accoglierla al suo ritorno.
Alle 13 accende la TV e sintonizza il canale sullo sceneggiato preferito di Rosa – suo nipote dice che ora si chiamano serie TV ma fa lo stesso – e così con quel sottofondo, mentre fa le sue parole crociate, ha l’illusione che lei sia con lui.
A volte stanno anche ore senza scambiare una parola, ognuno immerso nelle sue cose: non hanno bisogno di parlare per sapere che l’altro c’è.
Lui che si è sempre rifiutato di avere uno “smartfonne”, come lo chiama nel suo inglese stentato, per sostituire il vecchio nokia che funziona ancora benissimo, ha fatto la videochiamata con sua moglie pur di vederla per qualche secondo, anche se dal vivo è tutta un’altra cosa.
Rosa ha vinto la sua battaglia con il fottuto virus. Il primo tampone è negativo, ma perché la possano dimettere e considerare guarita ce ne vogliono due.
Però finalmente Giorgio può andare da lei.
Lui ha provato a pettinarsi i capelli stamattina, ma non ne vogliono sapere di stare al loro posto: sono troppo lunghi ed il barbiere è chiuso e solitamente ci pensa Rosa a dargli una spuntatina.
Ha indossato il maglione bordeaux, quello con il collo alto che Rosa dice che gli conferisce un aspetto giovanile.
Lei è sulla sedia a rotelle, è molto dimagrita e il fisico è provato più di quanto Rosa abbia fatto credere a suo marito durante le brevi telefonate della sera.
Rosa sorregge il viso di Giorgio tra le sue mani guantate – oggi come ieri è lei quella più granitica – “non piangere vecchio mio, non sono mica morta” gli dice lei che lo ha sempre preso in giro per la sua lacrima facile. Lui le tiene una mano dietro la nuca come quando l’ha baciata la prima volta. Può vedere solo i suoi occhi ed in quelli si perde ancora e ancora. È una vita che si perde in quegli occhi…
Rosa sorride anche se Giorgio non vede la sua bocca dietro la mascherina, sorride perché il suo cielo è qui con lei.